La ricostruzione di un sinistro in cui è coinvolto un biciclo non è un compito di facile risoluzione, poiché i bicicli risultano difficilmente schematizzabili come corpi rigidi e non esistono database EES dedicati.
Una possibile soluzione al problema può essere ottenuta utilizzando un approccio misto di confronto con crash-test e simulazione utilizzando sistemi dedicati, quale ad esempio il sistema multi-body.
Confrontando:
- i danni riportati dai veicoli (i.e. biciclo e autoveicolo) nel sinistro da analizzare, con i danni riportati da mezzi utilizzati nei crash-test;
- le distanze di lancio nel sinistro in oggetto con le distanze di lancio riscontrate nei crash-test;
- i danni al veicolo, dovuti all'impatto con il conducente del biciclo, nel sinistro e nei crash-test;
possono essere individuate le modalità di collisione fra biciclo e veicolo e può essere determinato un ragionevole intervallo di velocità d'urto.
Tali dati saranno poi utilizzati come parametri di ingresso per la simulazione con il sistema multi-body, al fine di ricavare la dinamica del sinistro tramite un approccio iterativo.
Per fare un esempio concreto, supponiamo di dover ricostruire il sinistro in cui i mezzi hanno riportato i danni visibili nelle seguenti immagini.
Il biciclo ha riportato deformazioni alla ruota posteriore e si è verificato un avanzamento del dado di serraggio del perno posteriore.
L'autoveicolo ha riportato una deformazione al paraurti per l'urto con il biciclo e una deformazione al cofano per il caricamento del corpo del conducente. Non sono stati riscontrati danni ai montanti o al parabrezza.
Confrontando le deformazioni al biciclo con i risultati di vari chrash test relativi a collisioni fra autoveicoli e bicicli, è possibile determinare come la collisione si sia concretizzata in un tamponamento del biciclo da parte dell'autoveicolo, con una velocità relativa fra i mezzi nell'ordine dei 30 km/h.
Per differenti modalità di collisione il biciclo avrebbe riportato danni differenti; per velocità di impatto superiori, il conducente del biciclo avrebbe urtato contro il parabrezza dell'autoveicolo, cosa in realtà non avvenuta.
Nell'immagine riportata di seguito, relativa a un crash test organizzato da EVU Europa nel 1997, il biciclo è stato urtato in modo obliquo da un autoveicolo, con un deltaV di circa 45 km/h.
Come è possibile notare il biciclo ha riportato deformazioni al telaio e alla pedivella destra.
Dopo aver determinato una stima di massima per la velocità d'urto, è possibile procedere alla simulazione con sistema multi-body, in modo da ricavare con più precisione le modalità di collisione e la velocità d'urto, tramite una procedura iterativa volta a far combaciare:
- le deformazioni ai mezzi con le risultanze dei crash-test;
- i danni al biciclo e le deformazioni all'autoveicolo;
- le lesioni al conducente del biciclo con le deformazioni all'autoveicolo e le tracce al suolo;
- le posizioni di quiete derivanti dalla simulazione con le tracce al suolo e le posizioni di quiete effettive.
Nel caso in oggetto, attraverso la simulazione con sistema multi-body è stata ricavata una velocità d'urto pari a circa 35 km/h per l'autoveicolo.
Il sinistro è stato indagato utilizzando PC-Crash v.10.1
Le immagini relative ai crash-test sono state tratte dal Database ReconDATA incluso in PC-Crash, contenente i dati relativi ad oltre 400 crash-test.